I nonni, una miniera inesauribile da cui attingere competenze, esperienze e passione!
L’estate è finita. Si potrebbe anche dire che da una decina di giorni è ufficialmente terminata la Stagione dei nonni! Perché, ammettiamolo, quanti di noi possiedono quel prezioso ricordo delle giornate estive trascorse assieme ai propri nonni?
Queste memorie ce le portiamo nel cuore per dei motivi ben precisi. E chi di voi ha la possibilità di far trascorrere una parte del tempo libero dei propri bambini con queste figure di riferimento così importanti, avrà di sicuro avuto modo di accorgersi di quanto preziosi siano i nonni.
Si occupano dei bambini in nostra assenza. Si tratta solo di questo?
Coinvolti da ritmi di vita incalzanti e ad alta intensità, spesso siamo portati a pensare ai nonni come il ”salvagente” che ci permette di piazzare i nostri figli da persone fidate e, diciamocelo, sempre disponibili!
Per la maggior parte dei nonni però è palesemente osservabile il piacere che nutrono nel poter condividere il tempo con i propri nipotini.
In verità, tutto l’entusiasmo che scaturisce assieme alla nascita di un nipote deriva da una consapevolezza personale maggiore che si trovano ad avere come nonni, rispetto a quella avuta nel momento in cui sono diventati genitori: l’esperienza maturata durante la crescita dei propri figli permette ai nuovi nonni di vivere il ruolo di educatori con maggiore sicurezza, spontaneità, competenza e, perché no, creatività!
Grazie al passare degli anni i nostri genitori hanno avuto modo di coltivare passioni e naturali propensioni diventando sempre più esperti in specifiche mansioni, acquisite con passione ed esperienza.
E così, nelle lunghe giornate d’estate trascorse assieme ai nipoti, ecco che i nonni danno libero sfogo alle loro predisposizioni e interessi, coinvolgendo i bambini in quello che possiamo definire per questi ultimi un apprendimento per “osmosi”. I bambini, infatti, osservano le attività quotidiane svolte dai loro nonni e, anche se non sempre dimostrano un particolare interesse nei confronti di ciò che li sta occupando, li seguono con lo sguardo e ne immagazzinano gli insegnamenti.
Come dicevamo, lo scorrere del tempo ha quindi permesso ai nostri genitori di affinare delle abilità e di scoprire nuove passioni, ma anche di cogliere l’importanza di aspetti relativi alla crescita serena e sicura dei bambini.
Vi è mai capitato di osservare come reagisce un nonno o una nonna davanti a un bambino che ha appena distrutto accidentalmente un oggetto nonostante le ripetute avvertenze? È molto comune osservare reazioni pacate, seppur
autorevoli, che permettano al bambino di imparare da quanto accaduto,
aggiustando l’oggetto insieme al bambino, e poi magari riflettendo su quale
miglior comportamento adottare per risolvere l’episodio. Istintivamente i nonni
stanno fornendo un modello educativo positivo di comportamento davanti ad una situazione spiacevole, in cui il bambino si sente immediatamente compreso. Ed è proprio questa modalità così accogliente, ma chiara e ferma, che permette al bambino di immagazzinare efficacemente l’insegnamento dovuto al proprio comportamento scorretto, anziché la sensazione di inadeguatezza o vergogna conseguente ad un rimprovero giudicante. È un aspetto fondamentale per la crescita serena e sicura del bambino nel delicato processo di costruzione della propria identità come persona.
I nonni, inoltre, contribuiscono ad una crescita educativa dei bimbi anche per molti altri aspetti. Vediamo insieme quali.
Le mansioni e i giochi di una volta li abbiamo imparati proprio da loro!
Proviamo a fermarci un attimo per provare a ripescare alcuni ricordi: cosa facevo con il nonno o la nonna quando trascorrevo il tempo con loro? Ma soprattutto, cosa mi PIACEVA così tanto di ciò che facevano i nonni assieme a me?
Ognuno di noi risponderà sicuramente in modo diverso: quanta ricchezza può emergere da una sola domanda!
Sicuramente qualcuno starà ripercorrendo le ore trascorse nell’orto a raccogliere ortaggi, frutti o erbe aromatiche giunti al tempo di raccolta dopo giorni e giorni di osservazione (e quando li potevamo assaggiare appena colti, non erano ancor più buoni?)
Quante volte abbiamo avuto la possibilità di immergerci nel magico mondo della natura, alla scoperta di insetti e piante da osservare sotto la lente di ingrandimento, oppure scandendo le ore appollaiati su una panchina scrutando il cielo con
cannocchiali e binocoli appesi al collo, pronti a intercettare specie volatili difficili
da riconoscere a occhio nudo?
Per non parlare di quando, già di buon mattino, si iniziava ad annusare il profumino della salsa di pomodoro o della marmellata preparate in casa dalla nonna con il nostro piccolo, seppur fondamentale, contributo.
E quante di voi stanno ripercorrendo con il pensiero le ore trascorse con la nonna a completare quadretti a punto croce o cercando di realizzare un paio di calzini a maglia?
Chissà quanti dei nostri genitori custodiscono gelosamente i giochi che utilizzavano da bambini in qualche angolo a noi sconosciuto della soffitta! E chi non lo farebbe se questi “tesori” sono magari dei giocattoli in legno e per di più realizzati a
mano da qualche bis-bis-nonno? Ma con i nipotini al seguito spesso giunge il
momento di spolverare questi oggetti preziosi ed ecco che, in un battibaleno, i
bambini vengono a contatto diretto con giocattoli di estremo livello educativo,
oltre che qualitativo.
Molti nipoti staranno sorridendo, invece, al solo pensiero del tempo trascorso con il nonno il quale, dopo aver fatto la spesa o comperato il quotidiano, faceva tappa fissa nel baretto di quartiere a bersi il caffè unito a un’immancabile partita a freccette o a scacchi!
Questi ricordi, come tutti gli altri che vi saranno balzati alla mente, si possono considerare esperienze di qualità educativa, spesso e volentieri basate su aspetti di vita quotidiana.
Da parte dei nonni tendenzialmente c’è il desiderio di trasmettere ai nipoti degli insegnamenti ma per lo più per quanto riguarda l’educazione morale e civica, raramente c’è intenzionalità nel voler insegnare specifiche mansioni. I bambini, quindi, tendono a vivere questi momenti insieme ai nonni in modo ludico, assaporandoli come giochi creativi e per di più di estremo livello educativo.
Lo sappiamo bene anche come adulti: divertirsi mentre svolgiamo dei compiti favorisce un tipo di apprendimento che permetterà una migliore ritenzione in memoria di quel comportamento, rendendolo più facilmente riproducibile in altri contesti, con il fine ultimo di padroneggiare competenze e abilità che richiederebbero molto più tempo se apprese attraverso modalità più canoniche.
Il bambino che osserva un adulto svolgere un’attività con passione, creatività e impegno è inevitabilmente portato a compiere un processo di autoapprendimento,
trovando strategie di ritenzione dell’informazione in memoria completamente
personali che si àncorano in modo molto forte, grazie a esperienze di qualità che permettono di sviluppare abilità ripetibili e soprattutto estendibili in molte situazioni. E quanti taciti insegnamenti emergono da questi compiti quotidiani svolti dai nonni insieme ai bambini! Spesso e volentieri, infatti, sono insegnamenti inconsapevoli dettati dal solo desiderio di trascorrere del tempo di qualità con i propri nipoti
permettendo loro di fare delle esperienze significative.
A casa dei nonni si coltivano relazioni d’affetto, empatia, condivisione, cooperazione, autoregolazione
Riprendendo in considerazione l’esempio relativo alla tappa al bar del nonno, abbiamo mai provato a osservare questa situazione come un momento di convivialità in cui si coltivano realmente rapporti umani?
Avendo il privilegio di avere molto tempo libero, i nonni e le nonne pensionati hanno il desiderio di coltivare le relazioni amicali oltre a quelle famigliari, non a caso spesso e volentieri le loro case sono come dei piccoli formicai. Entrano ed escono un sacco di persone diverse: amici, vicini di casa, fratelli e sorelle, figli, nipoti,
pronipoti e ogni volta sembra una grande festa!
“Facendo si impara” e anche come adulti lo sappiamo bene; ma cosa c’entra con le relazioni? Anche le abilità di interazione sociale hanno la necessità di essere tenute in esercizio? Ebbene sì, e soprattutto in questo periodo storico possiamo dirlo: anche di più rispetto ai muscoli del corpo!
I bambini hanno bisogno di instaurare quante più relazioni possibili, anche con bambini di età differenti dalla propria, per potersi confrontare e misurare sotto diversi punti di vista. La casa dei nonni diventa così un’ottima palestra per allenare
queste abilità!
Condividere il tempo con i cugini più piccoli o più grandi che frequentano la casa dei nonni permette ai nostri figli di perfezionare le proprie competenze relazionali
anche durante il periodo estivo.
Condivisione, cooperazione ed empatia diventano il “pane quotidiano” con cui i bambini si misurano, ma nel menù non mancano nemmeno gestione autonoma dei conflitti e autoregolazione emotiva, abilità fondamentali per una sicura e intraprendente vita sociale, oltre a contribuire ad una più equilibrata strutturazione della personalità del bambino. I bambini imparano a sperimentare anche in autonomia, richiedendo sempre meno l’intervento dell’adulto nelle dinamiche che si creano tra i bambini.
Osservando queste situazioni con la lente dell’educatore, ci accorgiamo come tali esperienze di vita quotidiana vissute con dei pari permettano al bambino di acquisire sicurezza nelle proprie capacità, vivendo anche i propri limiti con un basso senso di frustrazione, e individuando soluzioni ai problemi che si creano attraverso
la cooperazione e la collaborazione (problem solving).
I nonni amano, inoltre, raccontare le esperienze del passato che hanno vissuto: come ben sappiamo, i bambini vengono assorbiti con tutti i loro sensi quando gli si narrano le storie, figuriamoci quando a farlo sono gli adorati nonno o nonna! E per di più con vicissitudini realmente accadute, ricche di dettagli e con un sapore che sa di antico!
La narrazione è sempre un momento che crea empatia tra chi legge e chi ascolta; il bambino potenzia la sua capacità di linguaggio grazie alla ricchezza terminologica utilizzata dai nonni e impara a riconoscere la strutturazione della comunicazione linguistica rispettando i turni di parola. Ma soprattutto si sta rafforzando il legame d’affetto che unisce i nonni ai nipoti.
La qualità del rapporto affettivo che si crea in tenera età tra nonni e nipoti è una miniera d’amore incondizionato inesauribile che continuerà ad alimentarsi nel corso degli anni fino a quando le parti si invertiranno in modo naturale: ovvero quando i nipoti inizieranno a prendersi cura dei nonni che li hanno cresciuti.
E se i nonni ci lasciano presto o se i miei bambini non li hanno mai conosciuti… come gliene ne parliamo?
Talvolta il momento in cui si deve salutare un nonno o una nonna per sempre arriva precocemente, quando il nipotino è ancora molto piccolo, oppure non ha mai potuto conoscere uno dei nostri genitori perché è mancato prima della sua nascita.
Ecco che in questi casi la narrazione arriva in nostro aiuto: possiamo raccontare, per esempio, episodi quotidiani ma anche speciali delle vite dei nonni, che consentano ai bambini di continuare a viverne la memoria o di farne semplicemente conoscenza. Ma possiamo anche leggere quei delicati libri
per bambini dedicati proprio a questo passaggio della vita di tutti, albi che
possono rispondere ad alcune delle domande e curiosità più che spontanee dei
bambini sul tema della scomparsa e che magari noi fatichiamo ad affrontare per
il carico emotivo che rappresentano anche per noi.
Ma su questo tema torneremo certamente in uno dei prossimi articoli di questo blog, vista la sua importanza nella vita di una famiglia.
Possiamo proprio dirlo: EVVIVA I NONNI che lasciano un’impronta indelebile nelle vite dei loro nipoti con gioia, entusiasmo, creatività e intento educativo!
by Giulia S.